Analizziamo ora l’importanza del Purpose Marketing nella società contemporanea, concentrandoci su quelle che sono le opportunità, ma anche i potenziali rischi associati a questa strategia.
COS’È IL “PURPOSE” DI UN’AZIENDA?
- È il motivo per cui l’azienda è stata creata e continua ad esistere
- È il suo modo di voler contribuire a migliorare attivamente il benessere della società
- È ciò che determina le decisioni aziendali
- È una promessa coraggiosa che va mantenuta
- È la cultura aziendale condivisa da ogni branca dell’azienda
Il “purpose” sta in quel “why”, che Simon Sinek ha messo al centro del suo “Golden Circle” diventato poi celebre dopo il famoso TED Talk di cui è stato protagonista.

COSA: tutte le organizzazioni sanno COSA fanno (prodotti o servizi).
COME: qualche organizzazione sa COME lo fa ed è ciò che le rende speciali rispetto ai concorrenti.
PERCHÉ: poche organizzazioni sanno PERCHÉ fanno quello che fanno. Non è il guadagno, quello è il risultato. È lo scopo, la vera ragione per cui quell’organizzazione esiste.
Tra le tematiche più care…
- Tutela della salute
- Impegno ambientale
- Benessere dei dipendenti
- Lotta all’omofobia e sostegno LGBT+
- Parità di genere
- Inclusione
- Tutela delle disabilità
- Rispetto degli anziani
- Promozione culturale
Tra le tematiche più care…
- Tutela della salute
- Impegno ambientale
- Benessere dei dipendenti
- Lotta all’omofobia e sostegno LGBT+
- Parità di genere
- Inclusione
- Tutela delle disabilità
- Rispetto degli anziani
- Promozione culturale
IL WOKE WASHING, UN PERICOLO DA NON TRASCURARE
Il Purpose Marketing è una strada piena di scelte (coraggiose) da compiere. È perciò consigliabile, se non si tratta solo di un ragionamento opportunistico da parte dell’azienda, essere disposti a prendere una posizione ben precisa e concreta.
Il rischio, altrimenti, è quello di incorrere nel Woke Washing.
Il Woke Washing è un fenomeno che si manifesta quando un brand mostra un improvviso e finto attivismo verso problemi attuali e di interesse pubblico. Viene cavalcata la popolarità di queste tematiche, ma solo come strategia di marketing, per raggiungere i consumatori più sensibili a certi argomenti o, addirittura, per mascherare politiche aziendali discutibili.
Il Woke Washing comprende:
- GREENWASHING, quando un brand viene accusato di finto attivismo su tematiche legate all’ambiente o alla sostenibilità;
- RAINBOW WASHING, quando la difesa dei diritti lgbtqia+ è solo dichiarata e non concreta;
- PINK WASHING, quando la parità di genere non è reale come si vorrebbe far credere al pubblico.
COME MEGLIO GESTIRE L’APPLICAZIONE DEL MARKETING DI SCOPO
- Scegliere un obiettivo vicino alla filosofia aziendale e coerente con la storia del brand.
- Concentrarsi più sulle azioni che sugli slogan: le campagne di comunicazione devono accompagnarsi alle abitudini e buone prassi interne ed esterne all’azienda.
- Valutare gli eventuali rischi di una comunicazione meramente “opportunista”.
- Prepararsi a gestire potenziali obiezioni del pubblico e prevedere un piano di gestione della crisi per affrontare chi potrebbe non apprezzare una determinata presa di posizione.
Quando l’interesse dell’organizzazione è autentico, ci troviamo davanti al “brand activism”. Il brand, in questo caso, abbraccia concretamente determinate cause e lo dimostra non solo con le parole, ma anche e soprattutto con i fatti.
PERCHÈ È IMPORTANTE INDIVIDUARE UNO SCOPO
1. UNO SCOPO FA LA DIFFERENZA. “La persona non compra quello che fai, ma perché lo fai”: a dirlo è stato Simon Sinek, ma a confermarlo e a renderlo “un mantra” ci ha pensato il mercato negli ultimi anni. Lo storytelling aziendale deve descrivere ben più di un prodotto o un servizio per apportare un reale vantaggio che passi attraverso l’identità aziendale. Deve raccontare i valori che spingono un’impresa ad agire e che ne determinano le scelte.
2. RISCHIO MAGGIORE = MAGGIORE LEALTÀ. Prendere una posizione significa assumersi un rischio, primo fra tutti quello di allontanare una parte di potenziale mercato in contrasto con certi valori.
Ma è proprio questo rischio, d’altro canto, a rendere più “umano” un marchio agli occhi di chi quegli stessi valori li condivide e li abbraccia.
Un brand può dunque essere percepito come un alleato in termini di ideali condivisi, creando così un vero e proprio rapporto di fiducia, requisito oggi alla base del processo di avvicinamento e fidelizzazione.
3. AVVIARE UN DIALOGO CON LA GENERAZIONE P(URPOSE).
I Millennials e la Generazione Z, una fascia di mercato che molte aziende hanno interesse a raggiungere, hanno dimostrato di preferire i marchi che si impegnano nel sociale. Al tempo stesso non sembrano avere problemi a boicottare i brand che deludono le loro aspettative nella presa di posizione di fronte a problematiche comuni di particolare rilievo.
Se desideri approfondire l’argomento e scoprire se e come il Purpose Marketing possa adattarsi alla tua realtà aziendale dando valore all’identità, la personalità e l’unicità del tuo brand, non esitare a contattarci. Saremo entusiasti di aiutarti a identificare la tua missione unica e di costruire insieme una strategia che lasci un’impronta positiva sulla tua azienda e sulla società.