NUTRACEUTICA: TREND E PROSPETTIVE DI UN MERCATO CHE IN ITALIA VALE 4,9 MILIARDI DI EURO

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Il settore della nutraceutica sta crescendo a un ritmo che lo rende uno dei comparti più dinamici dell’Healthcare. Basti pensare che in Italia nel 2024 il suo valore era stimato intorno ai 4,9 miliardi di euro.
A trainare questa espansione è una maggiore consapevolezza dei consumatori in tema di prevenzione e benessere, oltre a un’offerta sempre più orientata verso prodotti personalizzati, basati su solide evidenze scientifiche e attenti alla sostenibilità.

In LETSCOM seguiamo con attenzione le evoluzioni di questo settore perché da sempre crediamo nel ruolo della nutraceutica come leva di prevenzione e complemento alle terapie farmacologiche.
Per questo abbiamo scelto di analizzare la fotografia attuale di questo mercato, mettendo in evidenza i principali trend, opportunità e benefici che lo caratterizzeranno nei prossimi anni.

Le opportunità di un settore sempre più vicino al modello farmaceutico

Un tempo i prodotti nutraceutici, come ad esempio gli integratori, erano percepiti come supporto generico al benessere della persona.

Oggi il quadro è cambiato: la crescente validazione clinica di specifici ingredienti e formulazioni ha trasformato la nutraceutica, avvicinandola sempre di più al modello di sviluppo e formulazione, controllo qualità e standard produttivi del farmaco.

Cosa significa questo cambiamento per le aziende farmaceutiche e le realtà del settore Biotech e Life Science? 

Sicuramente, l’apertura a opportunità concrete sotto diversi fronti. 

Opportunità come lo sviluppo di prodotti con evidenze cliniche solide, in grado di rispondere a indicazioni di salute sempre più specifiche.
Negli ultimi anni infatti la nutraceutica si è spostata da un approccio generalista verso soluzioni supportate da trial clinici controllati, capaci di dimostrare efficacia su target specifici.

Un esempio concreto è rappresentato dal microbiota intestinale, al centro di un’intensa attività di ricerca nello sviluppo degli integratori. Gli studi si stanno orientando non più soltanto verso i ceppi tradizionali di Lactobacillus o Bifidobacterium, ma anche verso probiotici di nuova generazione come Akkermansia muciniphila e Faecalibacterium prausnitzii.

Studi recenti ne hanno evidenziato il ruolo diretto nel metabolismo, nella modulazione della risposta immunitaria e nella gestione di condizioni croniche a base infiammatoria.
È un cambio di paradigma che avvicina i nutraceutici agli standard del farmaco, grazie a trial clinici controllati e a sistemi di rilascio innovativi che ne migliorano biodisponibilità e precisione.

Un altro esempio riguarda il supporto immunitario mirato, con formulazioni che combinano micronutrienti, peptidi bioattivi o composti vegetali, utili per stimolare in modo selettivo le difese immunitarie, ad esempio contro infezioni respiratorie ricorrenti.

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Ma le nuove opportunità del settore non si fermano qui.

La crescita della
nutraceutica si traduce infatti nella possibilità, per le aziende dei settori Pharma, Biotech e Life Science, di attivare partnership strategiche con altri attori chiave dell’ecosistema Healthcare; non solo tra loro, ma anche con le università e i centri di ricerca.

Queste collaborazioni permettono di condurre trial clinici indipendenti, indispensabili per dimostrare l’efficacia di ingredienti e formulazioni su endpoint clinici e biologici misurabili.
Ad esempio, uno studio pubblicato su PubMed relativamente all’uso dei probiotici in pazienti con condizioni croniche a base infiammatoria e metabolica, ha evidenziato che la loro assunzione può ridurre in modo significativo la proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), dimostrando un impatto oggettivo sulla risposta immunitaria.

Queste alleanze hanno valore scientifico, certo, ma sono anche fondamentali per ottenere autorizzazioni regolatorie a livello internazionale (ad esempio da parte di organi quali EFSA e FDA), oltre a supportare una comunicazione basata sulle evidenze rivolta a medici, farmacisti e consumatori finali.

Il mercato globale della nutraceutica

Le opportunità qui riportate si riflettono nei numeri di un mercato in forte espansione, che continua a crescere su scala internazionale.
Secondo Global Marketing Insights, nel 2023 il mercato globale della nutraceutica è stato stimato attorno a 451,7 miliardi di dollari e si prevede che crescerà con un tasso annuo composto (CAGR) del 4,7% nel periodo 2024-2032, arrivando a sfiorare i 684 miliardi di dollari entro il 2032. 

Ma quali sono i paesi che, più di altri, trainano la crescita del settore?

Tra le regioni più rilevanti spiccano sicuramente l’Asia, nello specifico Cina, India, Giappone e Sud-Est asiatico, e l’Europa.

Nei paesi asiatici le prospettive di espansione sono piuttosto dinamiche, soprattutto per il peso statistico delle popolazioni numerose, che si unisce a fattori socio-culturali.
Negli ultimi 10-15 anni, ad esempio, con l’aumento della classe media in paesi come Cina e India, è cresciuta la spesa pro capite in salute preventiva, sostenuta anche da governi che promuovono stili di vita sani per contenere i costi sanitari futuri.

Allo stesso tempo, la diffusione di modelli alimentari di tipo occidentale, caratterizzati da un maggior consumo di alimenti ultra-processati, zuccheri e grassi saturi, è stata accompagnata da un incremento delle patologie metaboliche e cardiovascolari, che hanno accelerato la domanda di nutraceutici come strumenti di prevenzione.

In Europa, invece, la crescita è più contenuta ma costante, sostenuta da una normativa stringente (EFSA) che garantisce una comunicazione attendibile e regolamentata, e dalla presenza sul territorio di una percentuale elevata di persone anziane.

Secondo dati Eurostat, nel 2024 circa il 21,6% degli abitanti dell’UE aveva 65 anni o più, rappresentando quindi più di un abitante su cinque.
Il fenomeno dell’invecchiamento alimenta la domanda di nutraceutici, soprattutto mirando all’obiettivo dell’healthy ageing. Ci riferiamo alle soluzioni che supportano aree specifiche legate all’invecchiamento, come integratori utili al mantenimento della densità ossea per ridurre il rischio di osteoporosi, formulazioni per contrastare la sarcopenia e preservare la massa muscolare, integratori con antiossidanti e sostanze neuroprotettive per rallentare il declino cognitivo.

Qual è il fatturato della nutraceutica in Italia?

Guardando poi nello specifico al mercato Italia, secondo i dati IQVIA, il settore nutraceutico ha registrato nell’anno mobile terminato a marzo 2024 un fatturato complessivo di 4,9 miliardi di euro.

All’interno del più ampio mercato retail della salute, la nutraceutica spicca per un tasso di incremento annuo di circa +5%, confermandosi uno dei comparti più dinamici e trainanti del settore.


Accanto al valore economico, l’Italia si distingue però anche per la leadership scientifica.
Un recente studio pubblicato su Current Research in Nutrition and Food Science, ha analizzato l’evoluzione della ricerca internazionale sui nutraceutici, prendendo in esame 16.030 pubblicazioni. I risultati mostrano chiaramente un tasso di crescita del 27,27% tra il 1993 e il 2023, con Italia e Stati Uniti in prima linea per numero di articoli e citazioni.

Valore delle vendite di integratori al pubblico espresso in milioni di euro dal 2014 al 2020.
Fonte: TRUENUMB3RS

Ma quali sono i benefici della nutraceutica per la salute?

Questa vivacità della ricerca si traduce in pubblicazioni e risultati che mostrano come i nutraceutici possano incidere su diverse aree della salute.

Ad esempio, nel campo del microbiota intestinale, i probiotici di nuova generazione (NGP, Next-Generation Probiotics), come Akkermansia muciniphila e Faecalibacterium prausnitzii, sono al centro di studi italiani che ne descrivono i meccanismi d’azione e il potenziale applicativo.

Come dimostra lo studio “Akkermansia muciniphila: new insights into its use as a beneficial microbial strategy in the gut” di Vergalito et al., questi ceppi mostrano caratteristiche chiave come la resilienza allo stress gastrointestinale e la capacità di modulare le mucine intestinali, con implicazioni dirette su metabolismo e processi infiammatori.

Nell’area del supporto immunitario, invece, formulazioni a base di vitamine, peptidi bioattivi e fitocomposti hanno evidenziato la capacità di ridurre frequenza e durata delle infezioni respiratorie ricorrenti. Si tratta di un ambito particolarmente rilevante per bambini e anziani, due fasce di popolazione fisiologicamente più fragili: i primi perché hanno un sistema immunitario ancora in via di maturazione, i secondi perché vanno incontro a immunosenescenza, con una progressiva riduzione della capacità di risposta alle infezioni.

Sul fronte metabolico, invece, gli ingredienti come fibre solubili, acidi grassi polinsaturi e polifenoli sono stati associati al miglioramento del profilo lipidico (riduzione del colesterolo LDL) e glicemico (riduzione di HbA1c), con potenziali benefici nella prevenzione di diabete e sindrome metabolica.

Infine, l’healthy ageing rappresenta una delle aree di maggiore interesse in Europa, soprattutto, come abbiamo visto, in Italia. Con una particolare attenzione allo studio di prodotti nutraceutici mirati a contrastare sarcopenia, osteoporosi e declino cognitivo, che rispondono a un fabbisogno crescente legato all’invecchiamento della popolazione, attraverso ingredienti innovativi come peptidi bioattivi, antiossidanti e probiotici con azione neuroprotettiva.

Ovviamente, la crescente quantità di dati clinici in questi ambiti ha portato anche a un’evoluzione regolatoria. Rispetto al passato, molti di questi benefici possono essere comunicati proprio perché oggi la nutraceutica è sempre più supportata da evidenze scientifiche.
Sono in continuo aggiornamento i claim autorizzati dall’EFSA, che certificano la presenza di evidenze scientifiche consistenti alla base dei prodotti commercializzati: un passaggio importantissimo che consente di distinguere i prodotti realmente validati da quelli che si limitano a promettere effetti generici sul benessere, aumentando così la credibilità della nutraceutica nell’opinione di tutti gli stakeholder del settore.

Prospettive future e trend emergenti nel mercato nutraceutico italiano

Il settore nutraceutico italiano non è solo in espansione in termini di fatturato: sta cambiando nella sua struttura, nei segmenti di prodotto che crescono di più e nei consumatori a cui si rivolge. Comprendere questi trend significa per le aziende Pharma, Biotech e Life Science anticipare le traiettorie di mercato e posizionarsi con soluzioni in grado di rispondere a bisogni sempre più mirati.

Trend emergenti

Tra i principali driver di crescita continua a spiccare l’healthy ageing, un filone che riflette il bisogno della popolazione italiana di mantenere autonomia e qualità di vita più a lungo.

Infatti, secondo la Fondazione Longevitas, gli italiani sono i più longevi in Europa, ma se negli altri stati europei a 65 anni l’aspettativa di vita in salute è di 9,4 anni, in Italia è di 7,8 anni per gli uomini e 7,4 per le donne. Nel nostro paese quindi si vive più a lungo, ma con uno stato di salute più debole rispetto agli altri cittadini europei.

In questa cornice, formulazioni a base di proteine ad alta biodisponibilità, vitamina D, calcio, peptidi del collagene e omega-3 hanno dimostrato di supportare massa muscolare, densità ossea e funzioni cerebrali, mentre composti come polifenoli, curcumina e resveratrolo sono studiati per la loro azione antiossidante e antinfiammatoria, utile nel ridurre i processi legati all’invecchiamento cellulare.

Un approccio sempre più documentato da trial clinici e meta-analisi, che si inserisce nella transizione verso una medicina preventiva e personalizzata, puntando a ridurre il carico delle patologie cronico-degenerative legate all’età.

Tra i trend del settore nutraceutico, è poi importante citare l’ambito cardiometabolico, che rimane centrale.
La prevenzione cardiovascolare primordiale, ovvero l’intervento prima che i fattori di rischio si manifestino clinicamente, rappresenta infatti una priorità di salute pubblica.
In questo contesto, accanto a dieta e attività fisica, trovano oggi spazio nutraceutici ad azione ipolipemizzante come fitosteroli, berberina, estratti di carciofo e fieno greco.

Diversi studi clinici hanno infatti associato questi nutraceutici a una riduzione significativa del colesterolo LDL, contribuendo anche a migliorare il controllo della glicemia e a sostenere la salute dei vasi sanguigni. Prodotti particolarmente indicati per soggetti con dislipidemia, perché aiutano a ritardare la necessità di terapia farmacologica e a rafforzare l’aderenza a uno stile di vita sano.

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Infine, un trend in forte crescita è rappresentato dalla nutraceutica veterinaria, soprattutto per cani e gatti. Questo comparto risponde alla crescente attenzione dei proprietari verso la salute degli animali da compagnia, con prodotti sviluppati per sostenere articolazioni, sistema immunitario, microbioma intestinale e metabolismo.
Le soluzioni più avanzate si basano su un approccio personalizzato, che tiene conto di età, razza e condizioni cliniche dell’animale, e sfruttano ingredienti funzionali come probiotici, acidi grassi omega-3 e antiossidanti naturali.
In particolare, come sottolineato anche da LifeGate, gli omega-3 (EPA e DHA) sono tra i nutraceutici più utilizzati per gli animali domestici, grazie ai loro effetti antinfiammatori e al supporto che offrono alla salute articolare, cardiovascolare e renale.

Insomma, anche nel caso della veterinaria, siamo di fronte a un mercato dinamico che riflette l’evoluzione della nutraceutica. Un settore che apre nuove opportunità di ricerca e sviluppo anche per le aziende orientate alla salute integrata, cioè all’approccio One Health che considera la salute umana, animale e ambientale come strettamente interconnesse.

I target più interessati alla nutraceutica

I nutraceutici intercettano oggi un pubblico molto eterogeneo.Ne fanno parte gli over 65 attenti, come abbiamo visto, a preservare a lungo benessere e autonomia. Ci sono gli sportivi di ogni fascia d’età, le donne che cercano un sostegno nei momenti più delicati come quelli del ciclo mestruale o della menopausa, ma anche i giovani adulti e persino gli adolescenti, sempre più interessati alla prevenzione e al concetto di “bellezza dall’interno”.

Un segmento in forte sviluppo infatti è rappresentato proprio da Millennials e Gen Z.
In base a una ricerca realizzata da Future Concept Lab per “Integratori & Salute” (l’associazione che rappresenta le aziende del comparto ed è parte di Unione Italiana Food) tra il 2023 e il 2024 l’80 % dei Millennials italiani ha usato integratori.

Allargando lo sguardo al resto del mondo, il report The Future of Wellness Trends Survey 2025 di McKinsey segnala che i consumatori Gen Z, globalmente, sono più propensi a sperimentare soluzioni di benessere basate su scienza, tecnologia e alternative naturali e tendono a privilegiare la qualità rispetto al prezzo nel settore wellness.
Un orientamento che si traduce in una maggiore attenzione alla sostenibilità, alla trasparenza delle etichette e alla possibilità di accedere a prodotti personalizzati tramite canali digitali e farmacie online.

La nutraceutica si conferma dunque un settore in rapida trasformazione, capace di adattarsi alle esigenze di consumatori diversi e di intercettare tendenze variegate.
Per le realtà del settore Farmaceutico, Biotech e Life science, la grande opportunità sarà quella di sviluppare prodotti sempre più efficaci e sicuri, che dovranno necessariamente essere accompagnati da una comunicazione caratterizzata da rigore scientifico, per costruire fiducia e distinguersi in un mercato in continua evoluzione.

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