Il colloquio motivazionale si basa sull’ascolto riflessivo, con l’obiettivo di comprendere le preoccupazioni del paziente senza imporre soluzioni. Il medico utilizza domande aperte per esplorare le ambivalenze e aiutare il paziente a riconoscere l’importanza del cambiamento e la propria capacità di attuarlo. Questo approccio non giudicante consente una condivisione sincera e imparziale delle informazioni.1
Qual è lo scopo del colloquio motivazionale?
Lo scopo principale del colloquio motivazionale è avviare un dialogo sul cambiamento, discutendo le ragioni a favore di quest’ultimo e costruendo il percorso da seguire proprio su queste motivazioni. La ricerca dimostra che quanto più i pazienti si sentono sostenuti nel loro processo di cambiamento, tanto maggiore sarà il loro impegno nel realizzarlo.
L’approccio si concentra sulle preoccupazioni del paziente, promuovendo una relazione paritaria con il medico, piuttosto che una relazione paternalistica. È fondamentale che il medico adatti l’intervento al livello di comprensione e motivazione del paziente, ponendo enfasi sulla scelta personale. 1
Gli obiettivi sono definiti in modo collaborativo, offrendo al paziente una gamma di opzioni. Il cambiamento è visto come un processo continuo, in cui ogni piccolo progresso deve essere riconosciuto e valorizzato. 1
Fase 1: Costruire la motivazione al cambiamento
La prima fase dell’intervista motivazionale si concentra sull’aumento della motivazione intrinseca del paziente per il cambiamento. L’obiettivo è aiutare il paziente a risolvere l’ambivalenza, derivata da sentimenti ambivalenti che alimentano la resistenza al cambiamento, e sviluppare la motivazione, esplorando due aspetti chiave: 1
- l’importanza del cambiamento,
- la fiducia nella propria capacità di attuarlo.
Il cambiamento dipende da quanto il paziente percepisce il cambiamento come necessario e da quanto si sente capace di realizzarlo. Per valutare questi due aspetti, si possono utilizzare strumenti semplici come una scala da 0 a 10.1
I pazienti possono essere suddivisi in quattro gruppi, in base alla combinazione di importanza e fiducia.1

- Gruppo A: Bassa importanza, bassa fiducia.
- Gruppo B: Bassa importanza, alta fiducia.
- Gruppo C: Alta importanza, bassa fiducia.
- Gruppo D: Alta importanza, alta fiducia.
A seconda del profilo del paziente, il medico può scegliere di lavorare prima sulla fiducia o sulla percezione dell’importanza del cambiamento. È sempre essenziale stimolare il paziente a riflettere e analizzare la propria situazione attraverso: 1
- domande aperte: “Mi racconti cosa la preoccupa?”
- feedback: “Cosa pensa della sua situazione?”
Il medico può esplorare i pro e i contro della situazione attuale e informarsi sulle esperienze passate del paziente.
La resistenza del paziente può essere gestita con un approccio simile al judo, in cui l’energia della resistenza viene usata a proprio vantaggio. Il medico accetta la resistenza come naturale e utilizza le espressioni di rifiuto per aprire nuove prospettive e coinvolgere attivamente il paziente nel problem solving.1
Il Medico può rafforzare la fiducia del paziente: 2
- generando la convinzione che il cambiamento sia possibile e che il paziente disponga delle risorse necessarie per raggiungere l’obiettivo;
- stimolando la convinzione che il cambiamento è possibile, citando testimonianze di altri pazienti ed enfatizzando la responsabilità personale in questo processo;
- accettando le ricadute come parte naturale del processo.
È importante riassumere quanto discusso, dimostrando attenzione e favorendo la verbalizzazione degli aspetti ambivalenti emersi durante il colloquio. 1
È importante che il medico, durante il colloquio, invii dei segnali di comprensione e di conferma riguardo alle posizioni e alle capacità del paziente. 1
“Capisco quanto tutto questo sia difficile, ma è molto positivo che sia riuscito a fare un primo passo.”
“Questa è una buona idea.”
Obiettivi:
- valutazione della motivazione,
- valutazione della discrepanza tra ciò che si è e ciò che si vuole diventare,
- valutazione dell’autoefficacia.
Fase 2: Rafforzare l'impegno verso il cambiamento
La seconda fase dell’intervista motivazionale è cruciale per rafforzare l’impegno del paziente verso il cambiamento. Dopo aver costruito la motivazione nella fase iniziale, l’obiettivo è ora passare dall’ambivalenza all’azione concreta. 1
Azioni chiave: 1
- consolidare la motivazione: il paziente ha già espresso il desiderio di cambiare; il compito del medico è trasformare questa motivazione in un impegno reale;
- pianificazione del cambiamento: creare un piano concreto e realistico, aiutando il paziente a sviluppare strategie pratiche e a prevedere eventuali ostacoli;
- impegno dichiarato: il paziente esprime verbalmente il proprio impegno, rafforzando la sua decisione di agire;
- gestione delle ricadute: discutere come affrontare eventuali difficoltà o ricadute, integrandole nel processo di cambiamento senza demotivare il paziente;
- sostegno continuo: il medico fornisce supporto costante, incoraggiando il paziente a implementare i cambiamenti pianificati.
Obiettivo: questa fase è fondamentale per garantire che il cambiamento non rimanga solo un’intenzione, ma si traduca in un impegno concreto verso l’azione. 1
Il colloquio motivazionale può essere particolarmente utile sia durante la comunicazione delle cattive notizie che per attuare un processo decisionale condiviso al fine di aiutare i pazienti a gestire le emozioni e a prendere decisioni più consapevoli.
Referenze
- Miller WR. and Rollnick S. 2002. Motivational Interviewing. Preparing people for change. The Guilford Press.
- Bandura A. Autoefficacia. Teoria ed applicazioni. Trento: Ed Erickson, 2000.