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IL CAFFÈ: UN ALLEATO INSOSPETTABILE PER LA SALUTE CARDIOVASCOLARE

Considerato semplicemente una bevanda energizzante, ma etichettato anche come potenziale pericolo per la salute, il caffè ha finalmente ricevuto il suo riscatto. Lo diciamo da italiani!

In questo articolo parleremo delle evidenze emerse da recenti studi clinici che dimostrano come questa amata bevanda può apportare significativi benefici alla nostra salute cardiovascolare.

Articolo a cura di Micaela Lucarelli
Biologa PhD, LETSCOM Medical Writer

LA STORIA MILLENARIA DEL CAFFÈ

Il caffè ha una storia affascinante che affonda le sue radici nei tempi antichi: originario dell’Etiopia e successivamente coltivato in Yemen, ha rapidamente conquistato un posto centrale nella cultura globale grazie al suo inconfondibile aroma e sapore, con una stima di quattrocento miliardi di tazze attualmente consumate ogni anno.1,2 In Italia, il caffè è una tradizione radicata e un tratto distintivo dell’identità italiana, celebrato da figure come Eduardo De Filippo, che lo ha definito in uno dei suoi celebri monologhi “poesia della vita” che “offre serenità allo spirito”.

IL CAFFÈ FA MALE ALLA SALUTE? UN MITO DA SFATARE

Grandi dibattiti si sono svolti davanti a una tazza di caffè, ma il caffè stesso è al centro di intensi dibattiti riguardo al suo impatto sulla salute, in particolare quella cardiovascolare.

A causa della sua azione sul sistema simpatico, si ritiene che la caffeina, un componente chiave del caffè, abbia significativi effetti sulla pressione sanguigna, tanto che fino all‘80% dei professionisti della salute raccomanda di evitarne l’uso, in presenza di malattie cardiovascolari.3

Tuttavia, è stato recentemente dimostrato che il consumo moderato e abituale di caffeina (1-3 tazze al giorno) non solo non influisce negativamente sulla pressione arteriosa nella maggior parte delle persone, comprese quelle con ipertensione arteriosa, ma può anche avere effetti protettivi sull’ipertensione. 3

I meccanismi plausibili alla base dell’associazione inversa tra caffè e rischio di ipertensione potrebbero essere attribuibili agli elevati livelli di nutrienti antipertensivi (vitamina E, niacina, potassio e magnesio) e di polifenoli, ad esempio l’acido clorogenico, presenti nel caffè. Questi fattori possono modulare la pressione arteriosa grazie alle loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e all’effetto sulla sintesi di ossido nitrico, sul metabolismo lipidico e sulla funzione endoteliale. 4,5

GUARDIANO DEL RITMO DEL CUORE

Un ampio studio che ha incluso dati presenti nella UK Biobank di 449,563 partecipanti con un follow up di più di circa 13 anni, ha evidenziato una relazione a U tra i livelli crescenti di consumo di caffè e l’incidenza di aritmie nei bevitori di caffè rispetto ai non bevitori.6 Il rischio più basso di aritmie è stato osservato in coloro che consumavano 2-3 tazze di caffè al giorno. Inoltre, la riduzione del rischio di aritmie è stata riportata solo per il consumo di 1-5 tazze al giorno di caffè macinato e 2-3 tazze/die per il caffè istantaneo, ma non per il consumo di caffè decaffeinato.6 Questi dati sono in linea con lo studio di Kim e colleghi che riportato una riduzione del 3% del rischio di aritmia per ogni tazza di caffè in più, indipendentemente dal sottotipo.7

IL NEMICO DIVENTA COMPLICE DELLA SALUTE CARDIOVASCOLARE

Chieng e colleghi hanno riportato che tutti i tipi di caffè, consumati in dosi di 2-3 tazze al giorno, sono associati a una riduzione delle patologie cardiovascolari, malattia coronarica, insufficienza cardiaca congestizia e stroke.6 Inoltre, in uno studio del 2019, il rischio di patologie cardiovascolari è risultato maggiore per i non bevitori di caffè, per i consumatori di caffè decaffeinato e per i consumatori abituali di grandi quantità di caffè (>6 tazze al giorno) rispetto a coloro che ne consumano solo 1-2 tazze al giorno.8

ELISIR DI LUNGA VITA

Diverse ricerche hanno riportato riduzioni nella mortalità per tutte le cause e cardiovascolare nei consumatori abituali di caffè, con il maggior beneficio riscontrato tra le 3 e le 5 tazze al giorno. Tali risultati sono in linea con quanto riscontrato nello studio di Chieng et al in cui è emerso un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause nel gruppo di pazienti che consumavano 2-3 tazze al giorno di caffè decaffeinato o istantaneo.3,6

3-4 CAFFÈ AL GIORNO TOLGONO IL MEDICO DI TORNO

Oltre che un piacere quotidiano, il caffè è un prezioso alleato per la salute cardiovascolare. A confermarlo sono le recenti linee guida per la prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica, elaborate dalla Società Europea di Cardiologia nel 2021, che ne promuovono il consumo moderato (3-4 tazze/die) come parte integrante della prevenzione delle malattie cardiovascolari.9

La tradizionale “pausa caffè”, quindi, può rivelarsi non solo un piacevole rituale, ma anche un’abitudine benefica per il cuore.

Bibliografia

  1. Mendpara, Vaidehi, et al. “Is Coffee and Tea a Threat or Ally to Cardiovascular Health?.” Cureus 15.12 (2023).
  2. Spence, Charles, and Fabiana M. Carvalho. “The coffee drinking experience: Product extrinsic (atmospheric) influences on taste and choice.” Food Quality and Preference 80 (2020): 103802.
  3. Susy, Kotit. “Long-term outcomes from the UK Biobank on the impact of coffee on cardiovascular disease, arrhythmias, and mortality: Does the future hold coffee prescriptions?.” Global Cardiology Science & Practice 2023.2 (2023).
  4. Haghighatdoost, Fahimeh, et al. “Coffee Consumption and Risk of Hypertension in Adults: Systematic Review and Meta-Analysis.” Nutrients 15.13 (2023): 3060.
  5. Grosso, Giuseppe et al. “Long-Term Coffee Consumption Is Associated with Decreased Incidence of New-Onset Hypertension: A Dose-Response Meta-Analysis.” Nutrients vol. 9,8 890. 17 Aug. 2017, doi:10.3390/nu9080890.
  6. Chieng, D., Canovas, R., Segan, L., Sugumar, H., Voskoboinik, A., Prabhu, S., Ling, L. H., Lee, G., Morton, J. B., Kaye, D. M., Kalman, J. M., & Kistler, P. M. (2022). The impact of coffee subtypes on incident cardiovascular disease, arrhythmias, and mortality: long-term outcomes from the UK Biobank. European journal of preventive cardiology, 29(17), 2240–2249. https://doi.org/10.1093/eurjpc/zwac189.
  7. Kim, E. J., Hoffmann, T. J., Nah, G., Vittinghoff, E., Delling, F., & Marcus, G. M. (2021). Coffee Consumption and Incident Tachyarrhythmias: Reported Behavior, Mendelian Randomization, and Their Interactions. JAMA internal medicine, 181(9), 1185–1193. https://doi.org/10.1001/jamainternmed.2021.361.
  8. Zhou, A., & Hyppönen, E. (2019). Long-term coffee consumption, caffeine metabolism genetics, and risk of cardiovascular disease: a prospective analysis of up to 347,077 individuals and 8368 cases. The American journal of clinical nutrition, 109(3), 509–516. https://doi.org/10.1093/ajcn/nqy297.
  9. Visseren, F. L. J., Mach, F., Smulders, Y. M., Carballo, D., Koskinas, K. C., Bäck, M., Benetos, A., Biffi, A., Boavida, J. M., Capodanno, D., Cosyns, B., Crawford, C., Davos, C. H., Desormais, I., Di Angelantonio, E., Franco, O. H., Halvorsen, S., Hobbs, F. D. R., Hollander, M., Jankowska, E. A., … ESC Scientific Document Group (2021). 2021 ESC Guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice. European heart journal, 42(34), 3227–3337. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehab484.

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