COVID-19: LA DIGITAL HEALTH SUL BANCO DI PROVA

covid-19 e digital health
La pandemia ha fatto emergere tutto il potenziale delle tecnologie digitali per la salute: app di tracciamento e video-consulti sono solo un esempio.
Articolo a cura di Chiara Di Lucente
 biotecnologa, LETSCOM science writer

Nel 2019, in tempi non sospetti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicava le “Raccomandazioni sugli interventi digitali per rafforzare il sistema sanitario” [1] , le linee guida destinate a favorire l’integrazione delle più recenti applicazioni tecnologiche nella sanità [2]. I progressi al digitale degli ultimi anni, infatti, hanno fatto sì che le istituzioni sanitarie ripensassero e trovassero le modalità più adatte di mettere le nuove tecnologie a servizio della medicina. L’obiettivo cardine, quello di ottenere un’assistenza sanitaria quanto più possibile centrata sul paziente, conveniente ed efficace [3].

La salute digitale, quindi, è stata vista per anni come una priorità sanitaria emergente e strategica. Poi, la pandemia di Covid-19 ha colpito tutto il mondo. Questo evento, che ha interrotto la maggior parte delle attività umane, ha messo sotto i riflettori il ruolo che la digital health può svolgere nel sistema sanitario anche non emergenziale, accelerando in maniera significativa il processo di integrazione già iniziato anni prima [4].

Infatti, l’uso di strumenti digitali come le app di tracciamento dei contatti e le video-consultazioni online sono state solamente alcune delle modalità attraverso le quali è emerso il potenziale della digital health. Ma che cos’è la digital health?

DIGITAL HEALTH, UN MONDO ETEROGENEO

Per digital health si intende l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (le cosiddette ICT) per la salute, ed è diventata un campo fondamentale per rispondere ai bisogni di pazienti e operatori sanitari nella maniera più efficace, personalizzata e vantaggiosa possibile. La locuzione digital health affonda le sue radici nel termine e-Health – spesso utilizzato come sinonimo di salute digitale – definito dall’OMS come “l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a sostegno della salute e di tutti i settori relativi all’assistenza sanitaria” [1].

La differenza è davvero labile, e recentemente si è deciso di indicare attraverso digital health tutti i settori che utilizzano le tecnologie digitali per la salute, comprendendo quindi l’e-Health, ma anche settori ancora più innovativi, come la mHealth (che indica l’uso di tecnologie wireless e mobili, come app e wearables), l’elaborazione informatica avanzata dei “big data”, la genomica e l’intelligenza artificiale [1].

Il mondo della digital health, quindi, è ampio, eterogeneo e racchiude gli strumenti tecnologici più disparati, da quelli che consideriamo già assodati nella pratica clinica e assistenziale, a quelli più innovativi. Tra le tecnologie digitali più “tradizionali” ad esempio possiamo trovare le cartelle cliniche elettroniche, l’archiviazione digitale dei dati sanitari, la telemedicina e l’erogazione in remoto di cure integrate. Tra gli sviluppi più recenti degli strumenti digitali che possono essere utilizzati nell’assistenza sanitaria, abbiamo le app per il monitoraggio dello stato di salute e per la prevenzione (per esempio quelle che monitorano il peso corporeo, o il sonno) e i dispositivi indossabili, fino ad arrivare alle nanotecnologie e alla medicina personalizzata [4]. Una continua innovazione, che Covid-19 ha contribuito ad accelerare.

COVID-19 E VIRTUAL CARE, UN’ACCELERAZIONE SENZA PRECEDENTI

Ma cosa è successo con la pandemia? “C’era la preoccupazione che il sistema sanitario potesse essere sopraffatto, quindi le persone sono state incoraggiate di cercare informazioni e ricevere consigli sul telefono o via Internet”, si legge su un bollettino dell’OMS su Covid-19 e digital health [4]. Non solo: durante il 2020 il teleconsulto (cioè la consultazione a distanza mediante le tecnologie ICT), il telemonitoraggio e la telemedicina sono stati ampiamente utilizzati per ridurre l’esposizione degli operatori sanitari al coronavirus, diminuendo anche la pressione sui sistemi sanitari [5].

L’assistenza virtuale abbatte di fatto le barriere del tempo e della distanza, e si è resa quindi ideale per fornire un’assistenza incentrata sul paziente, più conveniente anche a fronte del periodo d’emergenza [3]. Un esempio sono state le 175 iniziative digitali avviate dalle aziende sanitarie nel periodo marzo-giugno 2020 destinate all’assistenza a distanza sia dei pazienti Covid che potevano essere monitorati a casa, sia di quelli non Covid (Rapporto Altems, Unicatt).

Per fronteggiare Covid-19, la digital health non si è fermata solo alla telemedicina e all’assistenza sanitaria da remoto: sono stati infatti sviluppati sistemi di contact tracing per identificare i contatti tra individui e, per avere una migliore gestione epidemiologica di tutta l’emergenza, sono stati implementati sistemi di intelligenza artificiale che consentissero di tracciare in maniera più efficace i contagi [6], da cui stimare le possibili aree più a rischio. Covid-19, poi, ha dato una spinta propulsiva anche per lo sviluppo di tecnologie ancora più innovative: qualche mese fa un gruppo di ricerca del MIT di Boston e di Harvard ha realizzato il primo prototipo di mascherina in grado, attraverso la tecnologia di editing genetico Crispr-Cas9, di rilevare l’infezione da Sars-Cov-2 attraverso dei biosensori impiantabili in qualsiasi tessuto [7].

DIGITAL HEALTH DOPO COVID-19: TRACCIARE IL FUTURO DELLA SALUTE MONDIALE

Secondo l’OMS, questi nuovi metodi digitali per fornire assistenza sanitaria sono arrivati e sono qui per rimanere, anche una volta terminata l’emergenza pandemica. La digital health, però, non offre solo luci: è necessario, per pensare a un futuro in cui le tecnologie saranno perfettamente integrate con l’assistenza sanitaria, tenere in considerazione quali siano i punti deboli che le tecnologie digitali possono celare. Di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

Bibliografia
1. WHO guideline: recommendations on digital interventions for health system strengthening. Geneva: World HealthOrganization; 2019. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
2. Jandoo T. WHO guidance for digital health: What it means for researchers. Digit Health. 2020;6:2055207619898984. Published 2020 Jan 8. doi:10.1177/2055207619898984
3. Schwamm LH, Erskine A, Licurse A. A digital embrace to blunt the curve of COVID19 pandemic. NPJ Digit Med. 2020 May 4;3:64. doi: 10.1038/s41746-020-0279-6. PMID: 32377575; PMCID: PMC7198549.
4. https://www.euro.who.int/en/health-topics/Health-systems/digital-health/news/news/2020/9/digital-health-transforming-and-extending-the-delivery-of-health-services
5. World Health Organization. Bulletin of the World Health Organization; Geneva98, Fasc. 11, (Nov 2020): 731-732.
6. McCall B. COVID-19 and artificial intelligence: protecting health-care workers and curbing the spread. Lancet Digit Health. 2020 Apr;2(4):e166-e167. doi: 10.1016/S2589-7500(20)30054-6. Epub 2020 Feb 20. PMID: 32289116; PMCID: PMC7129544.
7. Nguyen PQ, Soenksen LR, Donghia NM, Angenent-Mari NM, de Puig H, Huang A, Lee R, Slomovic S, Galbersanini T, Lansberry G, Sallum HM, Zhao EM, Niemi JB, Collins JJ. Wearable materials with embedded synthetic biology sensors for biomolecule detection. Nat Biotechnol. 2021 Jun 28. doi: 10.1038/s41587-021-00950-3. Epub ahead of print. PMID: 34183860.

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