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FITOTERAPIA UNA SCIENZA MILLENARIA TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Cos’è la Fitoterapia? Per trattare l’argomento può essere utile iniziare con un breve excursus sulle origini e l’evoluzione di questa disciplina medica che impiega le proprietà farmacologiche delle piante per prevenire e curare le patologie più diffuse.
Articolo a cura di Michela Clemente
Biologa, LETSCOM Medical Writer

La fitoterapia viene definita dall’ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy) come l’uso medicinale su base scientifica delle piante e dei preparati da esse derivati nel trattamento e nella prevenzione di patologie secondo gli standard riconosciuti di qualità, sicurezza ed efficacia” [1]. 

Il termine Fitoterapia fu introdotto da Henri Leclerc, medico francese, quando nel 1913 pubblicò Précis de phytothérapie con l’intenzione di differenziare la medicina tradizionale a base di erbe dalla moderna medicina basata sull’utilizzo di piante officinali [2].

Per millenni le piante officinali hanno rappresentato una preziosa fonte di principi attivi che possiamo ritrovare ancora oggi in molti farmaci odierni.

EVOLUZIONE

Le prime testimonianze scritte sull’impiego di droghe vegetali risalgono al 2600 a.C. e riportano l’esistenza di un complesso sistema farmacologico in Mesopotamia comprendente circa 1000 medicamenti a base di piante. Il papiro di Ebers, risalente al 1550 a.C., contiene più di 160 ricette  a base di erbe officinali tra cui la maggiorana e la mirra.

Nel corso della storia si sono poi susseguite una serie di testimonianze scritte risalenti a diverse culture come quella araba, che nel Medioevo conservò e trasmise gran parte delle conoscenze greco-romane integrandole con la propria esperienza medica e con i saperi delle medicine tradizionali cinesi e indiane.

Fu il medico greco Dioscoride, fondatore della botanica nel I sec d.C.,  a tramandare al mondo occidentale, con i suoi compendi, le conoscenze sull’utilizzo medicinale delle piante officinali, mentre Galeno (II sec d.C.), padre della farmacia, con le sue “preparazioni galeniche” gettò in seguito le basi delle preparazioni di farmaci a partire da semplici erbe [3]. 

Nel 1500 d.C. Paracelso, il primo chimico della storia, riuscì ad isolare ed estrarre i principi attivi presenti nelle piante introducendo la chimica farmaceutica a partire dall’Alchimia, mentre nel 1700 Linneo riuscì a classificare scientificamente diverse specie di piante utilizzate ancora oggi.

Fino al 18° Secolo l’impiego delle piante medicinali si basò su conoscenze empiriche, mentre fu con la scoperta della morfina, nel 1804, che ebbe il via  la scoperta razionale di farmaci dalle piante [4].

La scoperta della morfina, infatti, innescò nel corso del 19 o secolo lo studio e l’analisi di altre droghe medicinali estratte dalle piante, come gli alcaloidi caffeina, nicotina e atropina.

Nei decenni successivi, poi, lo studio delle piante medicinali lasciò il posto alla sintesi chimica di composti bioattivi naturali al fine di facilitare la produzione a costi inferiori. L’acido salicilico fu il primo composto per sintesi chimica prodotto nel 1853. 

Dalla scoperta della penicillina nel 1928, invece, lo studio delle piante officinali lasciò progressivamente il posto alla scoperta di farmaci da fonti microbiche che pose le basi scientifiche e finanziarie della moderna industria farmaceutica. 

Negli ultimi decenni, però, l’impatto dei prodotti di origine naturale sulla sintesi di nuovi farmaci è tornato ad essere molto elevato, basti pensare che più della metà delle 1073 nuove piccole molecole approvate tra il 1981 e il 2010 sono estratti naturali o derivati chimici di composti naturali [5]. Ben due terzi della popolazione mondiale impiega erbe medicinali a scopo curativo con una netta predominanza della popolazione cinese e indiana [6]. In questi paesi, infatti, le erbe officinali e l’impiego clinico della fitoterapia è parte integrante nei sistemi ufficiali di cure e pratiche cliniche con ospedali e corsi universitari dedicati a tale disciplina. Nei paesi occidentali, invece, l’uso di droghe vegetali a scopo curativo non raggiunge ancora questi livelli ma è in larga espansione.

EFFICACIA E SICUREZZA GARANTITE

La grande quantità di nuovi farmaci fitoterapici prodotti ed immessi sul mercato ed il largo utilizzo dell’automedicazione ha richiesto una serie di iter legislativi e regolatori per poter garantire la sicurezza e l’impiego dei prodotti fitoterapici. La valutazione clinica dell’efficacia e della safety dei medicamenti vegetali è resa possibile, infatti, da una serie di strumenti metodologici della ricerca quali revisioni sistematiche della letteratura, trials clinici randomizzati e controllati e studi osservazionali.

Le due principali autorità europee di riferimento in materia di fitoterapia sono l’EMEA (European Medicine Agecy) e l’EFSA (European Food Safety Authority). Questi due enti hanno stilato linee guida e specifiche monografie per la preparazione e immissione in commercio di medicinali a base di estratti vegetali per uso umano e veterinario [7].  L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si è da tempo pronunciata sull’uso terapeutico delle piante medicinali pianificando una vera e propria strategia d’azione delle medicine tradizionali dei paesi membri (Tradizional Medicine Strategy). Questa strategia è mirata a tutelare queste conoscenze come parte integrante della disciplina medica e patrimonio dell’assistenza sanitaria locale che va preservato ma nello stesso tempo convalidato da prove scientifiche per poterne garantire efficacia e sicurezza [8]. I preparati fitoterapici non sono esenti da effetti collaterali, interazioni ed allergie similmente ai comuni farmaci magistrali. La Fitoterapia si può, quindi, definire come una vera e propria branca della medicina che consente di impiegare le piante medicinali in base alle prove di efficacia e non come una medicina “alternativa” o “complementare” alle terapie tradizionali. L’integrazione tra la fitoterapia e la medicina tradizionale è certamente l’arma vincente per utilizzare al meglio questa pratica clinica.

Bibliografia

1. European Scientific Cooperative on Phytotherapy. [(accessed on 1 April 2022)]. Available online: https://escop.com/about-escop/
2. Weixlbaumer V, Draxler L, Zeitlinger M, Prantl B. From St. John’s wort to tomato and from Rhodiola to cranberry. Wien Klin Wochenschr. 2020; 132(9): 253–259.
3. Sneader W. Drug Discovery: A History. Wiley; 2005
4. F Borchardt JK. The beginnings of drug therapy: ancient Mesopotamian medicine. Drug News Perspect. 2002;15:187–192
5. Newman DJ, Cragg GM. Natural products as sources of new drugs over the 30 years from 1981 to 2010. J. Nat. Prod. 2012;75:311–335.
6. Firenzuoli F. Fitoterapia.Guida all’uso clinic delle piante medicinali. Introduzione alla fitoterapia. 4 ediz. 2013;1:6-7
7. European Medicines Agency European Union Monographs and List Entries. [(accessed on 1 April 2022)]. Available online: https://www.ema.europa.eu/en/human-regulatory/herbal-products/european-union-monographs-list-entries
8. WHO. Traditional medicine strategy 2014–2023. 2019. https://www.who.int/traditional-complementary-integrative-medicine/en/.

Accessed 15 Oct 2019

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