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INALATORI E BPCO: INNOVAZIONE TECNOLOGICA A MISURA DI PAZIENTE

Gli inalatori contribuiscono all’efficacia delle terapie di mantenimento per la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) e il loro impiego corretto e quotidiano promuove sia l’aderenza che gli esiti positivi dei pazienti. Tutto questo, grazie a tecnologie digitali ed ecosostenibili e alla continua ottimizzazione della loro usabilità.  
Articolo a cura di LETSCOM

Nell’episodio precedente abbiamo parlato di quanto importante fosse la scelta dell’inalatore ai fini dell’appropriatezza terapeutica in caso di BPCO: la gestione del paziente con questa patologia, infatti, non può prescindere dal ricorso alla terapia inalatoria e dall’impiego degli inalatori, purché sia appropriato. Attualmente sono disponibili oltre 250 esemplari [1], tra cui i clinici possono scegliere il più adatto, non solo secondo il grado di severità della patologia respiratoria ma anche in base al profilo del paziente, incluse le sue abilità e preferenze, come raccomandano le linee guida internazionali GOLD [2].

Il successo della terapia inalatoria dipende dalla combinazione di diversi fattori: farmaco (efficacia e tollerabilità), paziente (corretta tecnica inalatoria e aderenza) e inalatore (facilità d’uso, erogazione di dosi costanti e precise e deposizione polmonare di farmaco). Ne segue che il venir meno di uno di questi fattori può pregiudicare in modo significativo il raggiungimento degli obiettivi della gestione della BPCO e cioè la riduzione dei sintomi e la prevenzione delle riacutizzazioni. Pertanto, è sempre più riconosciuto che le criticità correlate agli inalatori ostacolino una gestione efficace dei pazienti con BPCO. Anche la terapia migliore, infatti, può essere inficiata da una tecnica di inalazione non corretta o da una ridotta usabilità dell’inalatore [3,4].

RIDOTTA ADERENZA TERAPEUTICA: IL LATO OSCURO DEI DISPOSITIVI INALATORI

Studi di real-world indicano che l’aderenza alla terapia inalatoria è altamente variabile con percentuali comprese tra il 20% e il 60% [5]. Lo studio SIRIO (social impact of respiratory integrated outcomes), condotto in Italia qualche anno, fa aveva stimato che il mancato o inappropriato uso delle terapie inalatorie fosse responsabile di un incremento del rischio di ospedalizzazione e di costi sanitari, rispettivamente del 20% e del 50%, con una spesa annuale per la BPCO pari a 9 miliardi [6].

Tra i fattori che maggiormente ostacolano l’aderenza alla terapia, le difficoltà nell’uso dell’inalatore rappresentano una sfida aperta a cui sia le aziende farmaceutiche che la comunità medica stanno lavorando da tempo. Non sorprende quindi che una survey condotta tra pazienti con BPCO indicasse che solo un paziente su cinque ritenesse di utilizzare l’inalatore in modo corretto [7]. Inoltre, alte percentuali di pazienti non sono in grado di utilizzare in modo corretto né gli erogatori di polveri (DPI) [8] né i dispositivi inalatori pre-dosati (MDI) [9] riportando una significativa frequenza di errori critici che possono portare al fallimento terapeutico.

Le difficoltà d’uso possono essere legate sia alle caratteristiche del paziente, come l’età o l’entità del flusso inspiratorio, sia alle caratteristiche intrinseche del dispositivo, come la necessità di una coordinazione ventilo-motoria, l’assenza di feedback acustico-visivo o la ridotta praticità. Non esiste un inalatore ideale, ma comunque l’inalatore scelto dovrebbe essere in grado di produrre un aerosol con una frazione respirabile per depositare il farmaco a livello bronchiale, di mantenere una performance costante in diverse condizioni di utilizzo (es. a bassi flussi inspiratori) e di consentire un impiego semplice e con il minimo numero di errori in tutti i pazienti.

Se è importante che la scelta del dispositivo inalatorio sia personalizzata, è parimenti essenziale fornire istruzioni, mostrare la corretta tecnica inalatoria, assicurarsi che quella del paziente sia adeguata e ricontrollare a ogni visita che il paziente continui a utilizzare correttamente il proprio inalatore. Tutto questo richiede la realizzazione di un processo decisionale condiviso tra medico e paziente.

PRESCRIZIONE DELL’INALATORE: DECISIONE CONDIVISA TRA MEDICO E PAZIENTE

Le linee guida GOLD lo dicono in modo chiaro: “La scelta dell’inalatore deve essere personalizzata e tenere in considerazione le abilità e preferenze del paziente, l’eventuale esperienza pregressa con gli inalatori, il numero di farmaci erogabili con quell’inalatore e i costi” [2,10]. Perché questo accada è auspicabile che i clinici sappiano districarsi tra le numerose evidenze scientifiche a supporto delle molteplici tipologie di inalatori in commercioTuttavia, la ridotta conoscenza delle caratteristiche dei singoli dispositivi e una non sempre ottimale attenzione verso le necessità del paziente non consentono di individuare con facilità l’inalatore ottimale. Di fatto si priva il paziente di quella personalizzazione della terapia che è auspicata a gran voce dalle società scientifiche. In questo scenario nasce l’iniziativa di alcuni ricercatori che hanno recentemente messo a punto un metodo di valutazione globale dell’”usability” dell’inalatore che tiene conto sia dei fattori soggettivi del paziente che del peso di tutti quei fattori decisionali indipendenti da esso, facilitando la scelta più appropriata del dispositivo inalatorio da usare [11].

L’INALATORE DEL FUTURO: DIGITALE ED ECO-SOSTENIBILE

L’innovazione tecnologica che ha interessato lo sviluppo dei dispositivi inalatori ha consentito recentemente l’introduzione di dispositivi elettronici associati ad app per smartphone in grado sia di favorire un monitoraggio dell’aderenza e dell’andamento della terapia da parte del clinico sia di supportare il paziente nell’autogestione della patologia [12].

Infine, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 [13], vi è una crescente necessità di sviluppare inalatori a ridotto impatto ambientale e di promuovere una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’impiego di dispositivi MDI e sul loro contributo alle emissioni di CO2. L’ecosistema BPCO è pronto per questi cambiamenti? Una survey [14] presentata in occasione dell’ultimo congresso ERS suggerirebbe di sì, indicando che 6 pazienti su 10 sarebbero favorevoli a sostituire il proprio dispositivo in uso a favore di un altro più ecosostenibile, a condizione che l’inalatore alternativo sia di più facile impiego. In attesa che tali valutazioni possano concretizzarsi e integrarsi nella pratica clinica, i clinici sono chiamati ad acquisire maggiore consapevolezza sull’impatto ambientale che le loro decisioni hanno e sulle opportunità che la digitalizzazione può offrire loro per migliorare la gestione dei pazienti. Nel prossimo articolo, invece, discuteremo il ruolo del medico di medicina generale nella presa in carico del paziente con BPCO tra novità normative e obiettivi di riorganizzazione della sanità, come indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Bibliografia

1.Rogliani P, et al. Optimizing drug delivery in COPD: The role of inhaler devices. Resp Med 2017; 124: 6-14.
2. Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease. Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of chronic obstructive pulmonary disease 2021 report; 2020. Accessibile presso: https:// goldcopd.org/2021-gold-reports/.
3. Barnestein-Fonseca P, et al. The clinical relevance of inhalation technique in chronic obstructive pulmonary disease patients. Med Clin (Barc). 2021:S0025-7753(21)00395-X.
4. Duarte-de-Araújo, A et al. COPD: misuse of inhaler devices in clinical practice. Int J COPD 2019;14:1209-1217.
5. López-Campos JL, et al. Status of and strategies for improving adherence to COPD treatment. Int J COPD 2019; 14: 1503-1515.
6. Dal Negro RW, et al. Costs of chronic obstructive pulmonary disease (COPD) in Italy: the SIRIO study (social impact of respiratory integrated outcomes) Respir Med. 2008;102:92–101.
7. Amin AN, et al. Confidence in correct inhaler technique and its association with treatment adherence and health status among US patients with chronic obstructive pulmonary disease. Patient Prefer Adherence. 2017; 11: 1205–1212.
8. Lavorini F, et al. Effect of incorrect use of dry powder inhalers on management of patients with asthma and COPD. Respir Med 2008;102:593-604.
9. Molimard M, et al. Assessment of handling of inhaler devices in real life: an observational study in 3811 patients in primary care. J Aerosol Med 2003;16;249–54.
10. Hoy, H et al. Choosing the right inhaler for the right patient: Considerations for effective management of patients with chronic obstructive pulmonary disease or asthma. J Am Assoc Nurse Pract: 2020; 32(1): 89-99.
11. Povero M, et al. The Global Usability Score Short-Form for the simplified assessment of dry powder inhalers (DPIs) usability. Multidisciplinary Respiratory Medicine 2020; 15:659.
12. Il Programma Turbo +. Accessibile presso: https://www.turboplusinfo.it/content/dam/physician-services/Global/456-turbu-plus-info-it/pdf/symbicort-manuale-uso-asma.PDF.
13. Agenda 2030. Obiettivi. Accessibile presso: https://sdgs.un.org/goals
14. Renwick C et al. The sustainability agenda and inhaled therapy: what do patients want. ERS 2021; Oral Presentation, PA3399.

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