SMA, CI VUOLE ANCHE IRONIA!

sma e ironia
Una comunicazione statica può essere superata da una più interattiva, in cui l’ingaggio è la chiave per tutelare la salute del singolo e della comunità.
Articolo a cura di Caterina Lucchini,
biotecnologa, LETSCOM medical writer e video editor

Come abbiamo visto negli scorsi articoli, l’atrofia muscolare spinale (SMA) sta vivendo in questi ultimi anni degli importanti progressi in vari ambiti, tra cui quello della ricerca, delle nuove terapie a disposizione e della presa in carico. Tuttavia, non basta solo migliorare i processi di cura, ma in particolare in questo momento storico con l’avvento di Internet e del Dottor Google, è di estrema importanza anche poterli e saperli comunicare.
La comunicazione infatti spiega i contesti, esprime il mondo di cui parla ed è uno degli strumenti principe di Associazioni e pazienti per motivare l’urgenza e il bisogno di cura di cui essi sono portavoce. Bisogna condividere le informazioni e spiegarle, per poter puntare a reali traiettorie di miglioramento.

UN NUOVO MODO DI PARLARE DI SMA

Seppure nell’episodio precedente abbiamo parlato di una rivoluzione in ambito SMA, quando si parla di medicina è molto importante stabilire una modalità di comunicazione che sia corretta, utile, non scandalistica e che allo stesso tempo riesca a stare al passo coi tempi. Al giorno d’oggi, coi mezzi che abbiamo a disposizione, non è sufficiente fornire conoscenze in più, ma appare necessario, in particolare quando si parla di prevenzione, provare ad agganciare le persone emotivamente attraverso un marketing non convenzionale, in grado di attirare molto l’attenzione e spingere all’azione.

È con questo scopo che è stato pensato nel 2016 il primo spot pubblicitario sulla SMA girato da Checco Zalone, una campagna dissacrante e pluripremiata che con i toni ironici e molto lontani dal solito linguaggio commovente se non drammatico normalmente utilizzato in Italia per parlare di patologia, ha fatto parlare molto. Di sicuro è stato un esperimento che ha funzionato, cui hanno fatto seguito oltre 20mila sms per le donazioni e che ha anche aperto la strada a nuovi processi comunicativi in questo ambito. È stato un vero e proprio successo non esclusivamente dal punto di vista della visibilità della campagna, ma è stato in grado di indirizzare in maniera adeguata l’attenzione sulla malattia. Tanto che al primo spot ha fatto seguito, nel 2017, la campagna comunicativa che ha lanciato l’hashtag #facciamolotutti e puntava anch’essa alla raccolta fondi per la ricerca.

ALTRI ESEMPI DI COMUNICARE LA MALATTIA CON IRONIA

Non solo SMA, si può usare l’ironia per comunicare altre malattie: i comici romani The Pills sono stati ingaggiati nel 2019 per parlare della malattia di Crohn per favorire l’informazione e sensibilizzare l’opinione pubblica, con un progetto patrocinato da A.M.I.C.I. Onlus e IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Diseases) e promosso da Janssen Italia sulla malattia. Nel 2020 è stata anche lanciata la campagna dai toni ironici, declinata in più puntate, “si può dire cancro”, in collaborazione con i The Jackal e Pfizer Italia, nata con lo scopo di fornire consigli pratici e di comportamento per caregiver e pazienti. Oggi sembra quindi che una comunicazione statica possa essere superata da una più interattiva, in cui l’ingaggio è la chiave se si vuole tutelare la salute del singolo e della comunità. Nell’ultima puntata dedicata alla SMA parleremo di alcuni progetti di condivisione e supporto nati in questi anni che hanno cercato nella centralità del paziente il presupposto per migliorare la gestione di questa patologia

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