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SMART WORKING: GLI EFFETTI SULLA NOSTRA SCHIENA

Con la pandemia di COVID-19, lo smart working o home working si è ampiamente diffuso. In molti casi, i lavoratori non dispongono di postazioni ergonomiche e idonee per una corretta postura. Questo aspetto ha determinato un aumento dei disturbi muscoloscheletrici.
Articolo a cura di Chiara Mossali
Biotecnologa, LETSCOM medical writer

L’emergenza sanitaria COVID-19 ha cambiato profondamente anche la vita lavorativa. Per ridurre al minimo il contatto fisico tra gli individui e prevenire nuovi contagi, molte aziende hanno implementato il lavoro agile (o telelavoro da casa), noto come smart working o home working, quindi con la possibilità di svolgere la propria mansione senza vincoli specifici del luogo di lavoro, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici [1].

Durante l’emergenza sanitaria per la diffusione del virus SARS-CoV-2, abbiamo assistito ad un incremento dello smart working (SW)tanto che nel 2020, quasi il 40% dei lavoratori nell’Unione europea hanno iniziato a telelavorare a tempo pieno proprio a causa della pandemia [2].

Questo trend si è verificato anche in Italia: è stato stimato che il numero di lavoratori da remoto sia aumentato del 69% durante il periodo pandemico, con la maggior parte dei dipendenti alla prima esperienza di telelavoro [1].

In questo articolo, dopo averne accennato nell’episodio precedente, approfondiremo il rapporto tra lavoro da casa e mal di schiena, perché numerose evidenze mostrano che lo smart working comporti per i lavoratori un maggiore rischio di sviluppare disturbi muscolo-scheletrici, tra cui la lombalgia [1,2].

SMART WORKING, PRO E CONTRO

Lo smart working presenta diversi vantaggi, tra cui [1,2]:

  • riduzione dello stress dovuto al minor tempo speso per il pendolarismo
  • migliore rendimento lavorativo e concentrazione
  • meno giorni di malattia
  • orari flessibili (a seconda dell’organizzazione)
  • migliore equilibrio tra lavoro e famiglia.

Di contro, esistono anche alcuni svantaggi relativi allo smart working e alla salute sul lavoro. I principali problemi includono [1,2]:

  • eccesso di orario di lavoro
  • prosecuzione del lavoro anche in caso di malattia
  • stress psicologico, irritabilità ed emozioni negative, attribuite all’isolamento sociale e all’incapacità di condividere i problemi sul lavoro e trovare possibili soluzioni con i colleghi
  • minore attenzione alla sicurezza e all’ergonomia del posto di lavoro.
SMART WORKING E LOMBALGIA: UNA RELAZIONE CAUSA-EFFETTO

L’aumento della seduta prolungata e del comportamento sedentario combinato alla scarsa ergonomia della postazione di lavoro domestica e all’isolamento sociale dai colleghi può avere un impatto negativo sulla salute del lavoratore e può contribuire allo sviluppo o all’esacerbazione di disturbi muscoloscheletrici [1,3].

Un lavoro sedentario prolungato in una postura forzata e non neutra del tronco rappresenta quindi un fattore di rischio per la lombalgia. A causa della limitata attivazione dei muscoli lombari durante la seduta, il carico è sostenuto da strutture passive come legamenti e dischi intervertebrali con una ripercussione sulla colonna a livello lombare che diventa più suscettibile anche alla comparsa di dolore [3,4].

I disturbi muscoloscheletrici sono infatti per lo più concentrati in alcune aree della parte superiore del corpo:

  • parte bassa della schiena
  • collo
  • spalle
  • braccia
  • polsi e mani [2].

Il dolore che accompagna i disturbi muscoloscheletrici può a sua volta alimentare il mantenimento di posture scorrette innescando un circolo vizioso che sfocia nella limitazione dello svolgimento delle attività quotidiane, incluse quelle lavorative [1].

 Uno studio italiano pubblicato nel 2020 ha analizzato le caratteristiche dei lavoratori in SW durante la pandemia di COVID-19. Ecco i risultati più rilevanti [1]:

L’IMPORTANZA DELLA POSTAZIONE DI LAVORO

Vi sono tre principali aspetti da considerare per creare una postazione di lavoro confortevole per limitare quanto più possibile l’insorgenza di disturbi muscoloscheletrici [1,2]. 

  1. Ergonomia della postazione di lavoro
    Il lavoro al personal computer comporta movimenti ripetitivi che sono per lo più eseguiti in una posizione statica prolungata, principalmente da seduti. Molti telelavoratori utilizzano computer portatili e postazioni di lavoro domestiche improvvisate, che si traducono in posture del corpo non neutre. La posizione inappropriata dello schermo, della tastiera o del mouse e la mancanza di supporto per l’avambraccio e per i piedi determinano un sovraccarico delle strutture muscolari degli arti superiori e della schiena con conseguente sviluppo di spasmi
    e dolore [1,2]
    .
  2. Ambiente di lavoro
    Un abbigliamento poco comodo, correnti d’aria, rumore e scarsa qualità dell’aria sono correlati ai disturbi muscoloscheletrici al collo e alla spalla [1,2]
    .
  3. Movimento
    Lo smart working comporta periodi di seduta più lunghi con meno interruzioni del lavoro rispetto all’ufficio. Questo, in combinazione con postazioni di lavoro poco ergonomiche, può portare ad un aumento dei disturbi muscoloscheletrici. La mancanza di movimento durante la seduta porta ad un carico maggiore sui dischi vertebrali e riduce la circolazione del sangue e l’apporto di ossigeno ai muscoli. Anche durante il lavoro da casa è consigliabile alzarsi e fare qualche passo ogni 30 minuti [1,2].

In conclusione, alla luce della crescente diffusione del telelavoro, che probabilmente si manterrà anche dopo la pandemia di COVID-19, è fondamentale identificare i fattori di rischio dei disturbi muscoloscheletrici legati al telelavoro e affrontarli in modo preventivo/proattivo. In uno dei prossimi articoli vedremo insieme i principali consigli per prevenire in particolare la lombalgia.

Bibliografia
1. Moretti A, Menna F, Aulicino M, Paoletta M, Liguori S, Iolascon G. Characterization of Home Working Population during COVID-19 Emergency: A Cross-Sectional Analysis. Int J Environ Res Public Health. 2020 Aug 28;17(17):6284.
2. Daenen L. et al. Musculoskeletal disorders and telework. European OSH WIKI. https://oshwiki.eu/wiki/Musculoskeletal_disorders_and_telework. (Data ultimo accesso 20.10.2021).
3. Burdorf, A., Naaktgeboren, B.,de Groot, H.C. Occupational risk factors for low back pain among sedentary workers. J. Occup. Med. 1993, 35, 1213–1220.
4. Mörl, F., Bradl, I. Lumbar posture and muscular activity while sitting during office work. J. Electromyogr. Kinesiol. 2013, 23, 362–1368.

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