L’adolescenza è un momento cruciale della vita durante il quale si costruisce l’identità personale, un processo complesso in cui sono coinvolti fattori sia individuali, che dell’ambiente in cui si vive. Le ultime ricerche hanno evidenziato un aumento dei problemi di salute mentale in questa fascia d’età: tra i disturbi più comuni ci sono ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, tentativi di suicidio e comportamenti autolesivi [1].
Nel corso di questa serie di articoli esploreremo alcuni aspetti della salute mentale degli adolescenti alla luce delle ultime evidenze scientifiche, per comprendere come i ragazzi vivono alcuni problemi del mondo di oggi e come aiutarli a costruire quegli strumenti necessari per affrontarli e così proteggere il loro benessere psicologico.
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GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA
Ormai sappiamo bene che la pandemia da COVID-19 ha impattato in modo notevole sulla vita degli adolescenti aumentando il loro stress e pesando sul loro benessere mentale. Secondo un’indagine della Società Italiana di Pediatria, gli accessi in pronto soccorso per un disturbo neuropsichiatrico dei ragazzi sotto i 18 anni hanno visto un allarmante aumento dell’84% rispetto al periodo pre-pandemia [2]. Durante il periodo pandemico, non ancora concluso, gli adolescenti sono stati colpiti soprattutto nei periodi di lockdown, in cui hanno subìto la chiusura delle scuole e il distanziamento sociale; a soffrire di più sono stati soprattutto i ragazzi nella tarda adolescenza (in questo studio sono stati presi in considerazione ragazzi dai 17 ai 21 anni) [1]. Sono emersi sentimenti di stress, ansia, preoccupazione, depressione, mancanza di motivazione [2].
La vulnerabilità degli adolescenti è dovuta al fatto che è richiesto loro molto impegno per la costruzione dell’identità personale, del pensiero critico e morale e delle relazioni, compiti resi ancora più difficili durante la pandemia [1].
In più esistono differenze legate al genere per quanto concerne la salute mentale nell’adolescenza: le ragazze mostrano comportamenti che “internalizzano” il loro disagio, ad esempio correlati ad ansia, depressione e disturbi fisici (somatizzazione).
I ragazzi, invece, hanno con maggiore frequenza comportamenti “esternalizzanti”: comportamenti aggressivi, impulsivi o che si spingono oltre ai limiti della legalità, come l’uso di sostanze [1].
COMPETENZE CHE PROTEGGONO
Le interruzioni scolastiche hanno certamente influenzato negativamente la loro salute mentale, ma possiamo individuare anche alcuni fattori protettivi: ad esempio il sentirsi connessi alla famiglia o alla scuola ha tamponato i sentimenti negativi [1].
Una recente ricerca portata avanti dalla Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Università di Malta, ha coinvolto circa 700 studenti in diverse scuole del nord Italia. Intervistando i ragazzi, i ricercatori hanno cercato di individuare quali capacità personali sono state in grado di proteggerli dallo sviluppare problemi psicologici e comportamentali nel periodo della pandemia. Le competenze dei ragazzi sono state mappate e sono state messe in correlazione con il loro malessere. In particolare la ricerca si è focalizzata su competenze sociali ed emotive e sulla resilienza, vediamo perché [1].
Con Social and Emotional Learning (SEL) si intende il processo di apprendimento di cinque competenze fondamentali per lo sviluppo di identità sane, per la gestione delle emozioni e per il raggiungimento di obiettivi personali e collettivi, e sono [1]:
- Autoconsapevolezza
- Autogestione
- Consapevolezza sociale
- Capacità relazionali
- Responsabilità nel processo decisionale.
Sostenere queste competenze negli adolescenti è particolarmente importante: numerosi studi hanno dimostrato che programmi basati sul loro sviluppo, hanno ridotto sia i comportamenti internalizzanti che i comportamenti esternalizzanti il disagio [1].
Un altro aspetto importante da promuovere nei giovani è la resilienza, ovvero la capacità dinamica di adattarsi con successo a contesti significativi. La resilienza si è dimostrata preziosa nel proteggere e promuovere il benessere psicologico individuale moderando gli effetti negativi degli eventi stressanti, oltre a permettere di recuperare in fretta e ridurre il rischio di problemi mentali [1].
La ricerca ha appunto indagato in che misura le competenze SEL e la resilienza abbiano influenzato il modo di reagire alle difficoltà della pandemia negli adolescenti intervistati. I risultati indicano che la resilienza ha avuto un impatto positivo in particolare nei comportamenti internalizzanti, mentre le competenze SEL hanno promosso la salute mentale soprattutto in termini di comportamento sociale e di comportamenti esternalizzanti [1].
In conclusione, è molto importante aiutare i ragazzi a sviluppare le competenze sociali ed emotive (SEL) così come la resilienza fin dall’infanzia con programmi educativi specifici, anche tenendo in considerazione le differenze di genere e l’ambiente scolastico e familiare in cui vivono [1]. Nel ciclo di articoli sul disturbo post-traumatico da stress abbiamo visto che la pandemia da COVID-19 ha avuto un effetto importante anche sul sonno delle persone: nel prossimo episodio vedremo questo argomento applicato alla salute mentale degli adolescenti.
Bibliografia
1. Grazzani I, et al. Adolescents’ Resilience During COVID-19 Pandemic and Its Mediating Role in the Association Between SEL Skills and Mental Health. 2022, Front. Psychol. 13:801761.
2. Società Italiana Pediatria Nell’ultimo anno aumentati dell’84% gli accessi di minori al pronto soccorso per disturbi neuropsichiatrici https://sip.it/2021/10/13/nellultimo-anno-aumentati-dell84-gli-accessi-di-minori-al-pronto-soccorso-per-disturbi-neuropsichiatrici/